Il sabato del villaggio
La donzelletta vien dalla campagna,
In sul calar del sole,
perché è stato grande il suo Pastor
Col suo fascio dell’erba; e reca in mano
Un mazzolin di rose e di viole, togliendola da 'sì sordo dolor
Onde, siccome suole,
leggere pesanti silenzi come ferite di 5 coltelli
Ornare ella si appresta
cessando lo stretto torchio ove l'avean messa
Dimani, al dì di festa, il petto e il crine.
Siede con le vicine
potendo sovvertire l'intento, di seder sì ma all'ultimo gradin
Su la scala a filar la vecchierella,
Incontro là dove si perde il giorno;
E novellando vien del suo buon tempo
tempo di Dio che tuona dal cielo e infonda al cor parol d'amore e d'attenzion
Quando ai dì della festa ella si ornava,
Ed ancor sana e snella
Solea danzar la sera intra di quei
Ch’ebbe compagni dell’età più bella.
E non sentirsi burlati da una pizza che sì... ci andiamo stasera? per nn più e io dover fare la fessa che fessa non sono!!! Offesa si!
Già tutta l’aria imbruna,
Torna azzurro il sereno, e tornan l’ombre
che vanno via col suono della telefonata del pastor e solo in quel momento, sentirne profondo ristor.
Giù da’ colli e da’ tetti,
Al biancheggiar della recente luna.
Or la squilla dà segno
Della festa che viene;
Ed a quel suon diresti
Che il cor si riconforta.
perché niente ci potea, contro 'sì cotanto costerno.
I fanciulli gridando
Su la piazzuola in frotta,
E qua e là saltando,
Fanno un lieto romore:
E intanto riede alla sua parca mensa,
Fischiando, il zappatore,
E seco pensa al dì del suo riposo.
e vedere finir i frutti lievitati da mancanza di perdon
Poi quando intorno è spenta ogni altra face,
non ne spariscono però e Ancor 5 facce da affrontar nel chiaror
E tutto l’altro tace,
ma non io... e grazzie a Dio che finalmente ha parlato col pastor
Odi il martel picchiare, odi la sega
Del legnaiuol, che veglia
Nella chiusa bottega alla lucerna,
E s’affretta, e s’adopra
Di fornir l’opra anzi il chiarir dell’alba.
Questo di sette è il più gradito giorno
le dimanche
Pien di speme e di gioia:
Diman tristezza e noia
Recheran l’ore, ed al travaglio usato
Ciascuno in suo pensier farà ritorno.
In pace in vece di PEce!!!
Garzoncello scherzoso,
Cotesta età fiorita
E’ come un giorno d’allegrezza pieno,
Giorno chiaro, sereno,
Che precorre alla festa di tua vita.
Godi, fanciullo mio; e fratelli e sorelle mieie ( diccelo tu pastor che fine fanno i lievitati da colpi inferti da quei der pianerottolo ch'è sotto i nostri piè?! ) stato soave,
Stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo’; ma la tua festa
Ch’anco tardi a venir non ti sia grave.
E finilla qui; noi siam i scioperanti che manifestano Dio, nel Suo corteo, no no curtigghiu di via Teo!
E se Pia ti parla, tu rispondi semplicemente rispondi a pia che ti dà Sua email: semplicementedonnadidio@gmail.com!
E FINIRLA COSÌ 🤣 È COSI CHE SI ONORA IL SIGNORE CH'È PASQUA E DI RESURREZION!
L' ETERNO CI È NOSTRO RE E GRAZZIE PASTOR SEI STATO tra TOKiO E Piazza GRANDE!!!! 👍
Il sabato del villaggio
È
La quiete dopo la tempesta
Ancora grazie Apostolo con umile beltà!
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